la figura ipnotica di una foglia

20 Novembre 2011 Lascia il tuo commento

la figura ipnotica di una foglia

la figura ipnotica di una foglia sistema l’anima mia nell’oblò delle asciugatrici il rumore di alta tecnologia è quello di sirene in ammassi di velluto ed io nel sottomarino che fila veloce nell’aria d’acqua e mare

il primo breve film fu una terrificante locomotiva verso di noi poi la verità prese il sopravvento sullo stupore per questo si è deciso che al centro del mondo sia posta una pensilina su binari nuovi: non si sa mai.

non spiegarmi niente: i sottotitoli fuori tempo confondono. le bocche si muovono senza ombra di grazia. la comprensione è muto bianco e nero. solo trovami prima che mi addormenti al mio solito posto sulla poltrona rossa

la libertà è quel tanto d’aria tra gli atomi che fanno la materia e al bisogno è la nostra distanza profumata di domani. partendo mi ero sistemato l’arrivo nello zaino. più proseguo e meno pesa. come il pane nelle traversate

faccio piano per prendere il tempo in anticipo. per -ritardando- mettere il piede avanti solo molto dopo e così scompigliare l’apparecchiatura. noi insieme a te che ci guardi. il presente è oltremare: tempo e colore

il tempo ha l’ansia e mi lascia vedere con calma passare alberi case e tra le cause ultime decido il lavoro incessante della massa cerebrale: la vitalità del sonno innamorato in una vita meno che ordinaria

ho invertito l’ordine logico: un sacco di cose che stanno a guardare. perplesse come stelle. l’abitudine della distanza prende il nome dell’amore come una vestaglia di foglie di granturco o la tua camicia di papaveri

il volere illusorio di stanotte è la mia caduta. un volteggio presuntuoso. aspetto un perdono intelligente che eviti, alla grazia, la pietà. ma soprattutto i segni di nero luminoso. solo questo penso che ami.

il soggetto amoroso urla ferito dalla neve. così io preparo il soggiorno. perché avrò bisogno di case per strada. la promessa era navi in legno di poesia, lanci di balestra al cielo, e attese delle ricadute

non ci sono infatti conseguenze lievi alla calura delle estati amorose. ci sono valli profonde e imbuti gravitazionali. la storia non ripete. implora

[banner size=”468X60″]

[banner network=”altervista” size=”468X60″]


Categoria:

il perimetro di una fetta di pane
sui muri

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.