Vajont
il caso che ha agito fu l’azione di infinite particelle infinitamente piccole che causarono nel cemento della diga milioni di forellini
per anni l’acqua dell’invaso vi si era insinuata sbucando di qua in serpi liquide eleganti
il bacino restato immobile tutto insieme precipitò nella vallata
gli abitanti, pochi, che erano sopravvissuti alla fame e alla sete causate dalla distruzione delle case delle strade e dei corpi scomposti, stanno adesso raggelati dalla definitiva perdita delle certezze di prevedibilità
io quando ti aspetto non sono certo che verrai e neanche temo che non verrai
io ho visto cadere la diga e travolgere uomini rassicurati
essi non (si) aspettavano il crollo perché erano certi
ma si vede che essere certi è (essere certi di) niente
e la certezza delle previsioni è una verità eterna fissata nel cemento opposto all’acqua: un’illusione di ferro e terra
siccome tu esisti in carne ed ossa e non sei illusione, assenza e presenza tue io vivo senza aspettare e mi esercito solo alla rinuncia alle previsioni
aspettare sarebbe volerti imporre di presentarti e non una decente modalità d’essere vivo per scommessa come esclusivamente si è vivi una volta còlte sul muro le serpi d’acqua
l’amore vorrebbe stabilirsi sui propri fondamenti ma è solo una forma di vita
come guardare la costruzione della diga su in cima dove il margine che curva tra i fianchi estremi della vallata taglia il cielo
e dirmi fieramente che là il cemento ha assunto l’eleganza d’un sopracciglio tuo