qualcosa bisognerà pur fare per curare la sindrome d’abbandono parentale

24 Maggio 2023 Lascia il tuo commento

Ho in mano una bandiera ma l’asta è spezzata e chissà che voglio dire forse di frasi che sventolerebbero in alto per le quali però le mie braccia sono malamente proporzionate.

 

Un amore a metà.

 

Risa forti che sventolerebbero se una parte dello slancio non fosse frenata dalla aggravante della tua distanza.

 

Ora sei quasi irraggiungibile.

 

Eppure non smetto perché così hai deciso che io debba essere.

 

Piccoli pezzi che ogni giorno tengo da parte per te sono i giorni sotto al portico del bar: non-luogo che rende possibile quasi tutto perché vi si può soggiornare a lungo tacendo, senza scandalo, purché si sieda soli!

 

Con i camerieri non una parola. Accenno al solito latte macchiato col movimento del capo.

 

Spendo ogni giorno qualcosa per la bevanda ricostituente.

 

Il numero dei giorni è il risultato della divisione della spesa per il prezzo della singola consumazione.

 

Io comunque confondo le carte con una irragionevole aggiunta e arrotondo seminando pochi spiccioli di mancia: per cui il conto, tra quello che rimane in tasca e quanto era dovuto, non torna mai preciso.

 

Lasciando venti, trenta centesimi in più dico pieno di vergogna al banco che è per l’uso del suolo pubblico. Si potrebbe capire che invoco la simpatia che mi potrebbe rincuorare ma la ragazzina alla cassa ha sorrisi di circostanza e non saprò dunque mai l’idea che s’è fatta.

 

E per il vizio delle mance non saprò neanche mai quanti giorni sono stato qua. Sono un numero intero, di certo centinaia, più una frazione. Quella dice le volte che non vieni, penso, risolvendo il rebus delle aggiunte. È segno di tutti i giorni spezzati.

 

Sono i giorni motivo e causa dell’amore che sempre, da quel momento, sventola basso perché è mosso dalle aspre povere correnti d’aria dei portici e non garrisce ai venti delle mansarde e degli attici.

 

Il cuore viene scalfito dalla grande massa del non accadere.

 

L’aspirazione alla vittoria è l’ala rapace dell’anima: che si oppone alle emorragie di organi tagliati con la naturale trasparente tracotanza di un aquila che vuole essere sfamata ogni volta per sempre. 

 

Il neonato oggetto di un precoce abbandono tende sempre a implorare, anche se rabbioso o provocatorio, comunque fragile e pronto a ritrarsi.

 

 Fai qualcosa per noi amore. 

 

Perché quando non vieni è sempre come il primo giorno.

 

Per me conta soltanto che avanzi la bandiera che porta il ricordo di domani. Conta che il vento soffi alle mie spalle. 

 

Non essere bello non fu poi cosi grave ma a non parerti bello mi sento brutto diventare.

 

Un precoce abbandono è un male inatteso.

 

Fai qualcosa.

 


Pensarti, in circostanze inventate di risa notturne.
universi

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