la campagna di invasione (e ritorno)

20 Agosto 2023 Lascia il tuo commento

è il dolore il segreto che nascondo

non so tu

 

l’eredità è accumulata

potrebbe bastare

 

ma ci sono troppe cose che non so

ci sono variabili indipendenti

che sono gli altri

dei quali non conosco

l’idea

che si sono fatti di me

 

ho lottato per correggere

loro eventuali errori

 

volevo spiegare

cosa era meglio che pensassero

al mio proposito

 

in amore quello è il sacrificio

intendo il sacrificio dell’intelligenza

che dovrebbe ritrarsi

di fronte a tale impossibilità 

e non lo fa

e trae conclusioni

 

ma

semplicemente

se dico di sapere come stanno le cose

è perché sono stanco

devo riposare il pensiero

 

e mi è chiaro che

a riposare il corpo basta il sonno

ma al pensiero non basta

il pensiero

per fermarsi

ha bisogno di una conclusione

 

da quella conclusione noi avanziamo

nel deserto di ogni altra possibilità

per invadere l’impero disabitato

le steppe dove le ipotesi di soluzioni migliori

sono state incendiate

dove i contadini

fagotti grigi a terra

hanno la manna dei licheni grigi

e noi un’invasione amara da masticare

perché non c’era la capitale acclamante

a premiare la marcia

e non c’era un centro

e c’è invece un intorno

che forse dovremmo ripopolare e seminare

se c’è in noi seme sufficiente

 

(…….)

 

ora devo interrompere la lettera

te la invio così

in essa

si chiarisce l’errore del programma di invasione

che consiste nel credere che c’è un punto già dato

 

così io avevo invaso l’avvenire

dicendomi che in fondo dovevi esserci tu

prima che tu arrivassi

 

ma in realtà

all’inizio

ero io il mio programma

c’ero solo io

col mio bisogno di un punto cui tendere

con la mia precoce conclusione

per riposare i miei pensieri

 

fu così che al tuo arrivo

niente di meglio mi poteva capitare

devo aver inconsciamente pensato

che levarmi

insieme al bisogno

la voglia di te che lo celava

 

avanzavo

mostrando alla sabbia una smagliante bussola

 

ma stamani

al risveglio

eri già via

 

se sei rimasta migliore di me

immagino

se per te la voglia non fa testo

mi dico

tornerai

 

io nel frattempo non ti penserò ossessivamente

come fosse che l’amore debba compiersi

ad ogni costo

e tu debba avverarmi

 

perché al contrario

non c’è alcuna cosa

che ha l’obbligo di accadere

e noi non siamo ministri

di un culto

 

dunque

se ti aspetterò per sempre

è da oggi ‘colpa’ mia

e non sarà stata obbedienza 

 

amare è un fatto esclusivamente personale

 


Louvre
la coda dell’occhio

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