“In Heaven”
Come Marx dimostrò non esserci segno di dio tra l’operaio e il padrone nell’assenza di retribuzione del plusvalore, come l’orefice sa che non c’è dio nell’assenza di istruzioni per la bellezza, così l’amore per te mi rivela l’assenza di dio a regolare le disuguaglianze del desiderio perché nel nostro estenuante quasi-morire senza l’altro non c’è provvidenza che ci allevii la pena.
Evidentemente la vita sentimentale degli esseri umani procede senza applicazione di regole adeguate perché una giurisprudenza della pietà non è stata mai promulgata, in heaven, che potesse ricaderci addosso come un soprabito di sartoria.
E l’amore resta un territorio sconfinato di transizione e di transazioni tra diseguali che hanno in comune il progetto di cavarsi, a vicenda, la voglia l’una dell’altro.
Il giorno delle distrazioni, quando lei ci ha rassicurato d’essere giusti e densamente risonanti, è il breve momento, unico possibile, di libertà, in cui ciascuno in sé sente peraltro accendersi il propulsore di altri, non del tutto coscienti, desideri.
“A domani, amore”