immaginazione di te la pace gravida degli scampati
scrivo nelle pause del chiassoso fragore delle nuvole di temporale al galoppo in fondo alla pianura
la mia cavalcatura va a medio traverso in trotto ovattato e con gli zoccoli a terra rammenda gli strappi di ogni involontario male
in sella, reduce di retroguardia ora che non peso più tanto perché è da tanto che non mi cibo di te del tuo amore che toglieva la fame, sobbalzo
il trotto del ritorno perlomeno mi leva di dosso la guerra, butta in aria gli stracci insanguinati e mi invita al sonno e alla dimenticanza
la mia vita passata si compie e scompare nella attuale andatura la mente in cielo a sognare e il corpo trattenuto tra il cuoio di una sella e due staffe d’acciaio
la crociata è finita l’anima è perdonata alle spalle lascio sul campo morte e ricordi di fronte esclusivamente l’immaginazione di te la pace gravida degli scampati
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