‘dovedentro’

Fa’ come fossi malato o ti ammalerai.

Manca gli impegni che prendesti.

Dissimula uno stupido impedimento ad un arto o la pigrizia d’un organo o forse una vena un po’ troppo blu o magari un muscolo scordato della tastiera motrice o sia mai un ossicino appuntito come una spina che infligge punture con strategia maligna e fai un taglio verticale nella tenda dovedentro vivi senza di lui e -attraverso la fessura che la tua bugia salvifica ha fatto strappando la ragnatela di dolore della sua mancanza- scappa la stessa notte che t’è nata in testa quell’intenzione di fare fare fare qualunquecosa sia che t’è servita a mettere tutto in dubbio.

Che cosa miracolosa è questo che passa in gola?

È aria che fino a prima ti arrivava sempre sciupata respirata di già da chi non c’è avvelenata dal fumoso agitarsi del fantasma della sua presenza vuota.

Da allora prendemmo l’abitudine di vederci ogni giorno fosse anche solo pochi minuti per celebrare il fuori.