sviluppo di competenze inattese

29 Luglio 2025 Lascia il tuo commento

se ci fu un giorno buono fu il primo di tutti questi miei ultimi giorni 

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fu un giorno che inaugurò il futuro e più di uno 

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si sa che la strada intrapresa perde tutte le altre e per via di questo fenomeno di illusione prospettica interi volumi di esistenza diventano implausibili e la coscienza non vede la materia oscura di realtà possibili non percepite

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da questa oscura materia è fuggita l’idea/sogno di un gatto sul bracciolo del divano nuovo di zecca sul quale mi sono addormentato poco fa

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i sogni che i visitatori della mia stanza, dalla poltrona dirimpetto, lasciano via via sfolgorare sotto i miei occhi, sono lampi narrativi che schiariscono angoli di quel mondo

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dal giorno che arrivasti molto del mondo dove non ci sei è restato inesplorato nascosto dalla tua imponente forza di distrazione

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anche quello può essere alluso dalla figura del sogno di un felino domestico la cui pelliccia è striata dalle linee di tutte le altre storie possibili escluse

dunque, riprendendo il discorso iniziale: se bontà e qualità augurali ci furono in alcuni dei miei giorni, beh allora il primo di questi ultimi ne è cosparso con generosità e abbondanza derivanti dalla congiunzione astrale in cui la terra venne a trovarsi il momento esatto in cui il sole, quel mattino, si fece vivo alle finestre della mia casa

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immagino che tu te ne stessi ritta sorniona e paziente sulla rugiada nebbiosa del campo d’erba antistante ad aspettare che io sollevandomi dallo stupore mi accorgessi di te

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al cospetto di quel risveglio posso dire che fino ad allora ero rimasto intento a stropicciarmi gli occhi: e non possedevo un preciso ‘vedere’

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quel giorno si accese un progressivo chiarore senza consolazione di una fonte solare

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gli occhi iniziarono a inseguire non stelle ma scintille che però da allora iniziarono a perdersi a milioni in un secondo sul fondo nero-trasparente della stratosfera

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innocenti intenzioni di una conoscenza definitiva continuano a infrangersi contro la chiglia della grande nave dell’universo come solo posso vederlo da qua

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la coscienza propria di un pensiero privo di oggetti percepibili rivela sorprendentemente le competenze inattese del sogno!


chi può dire davvero “…capisco.”
tragica prepotenza degli estremi e modestia della costanza intermedia

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