Il trauma della differenza
uscito da un incubo di falsità (peggiori delle bugie) il chiarore della tua pelle e dei tuoi vestiti di sfacciata comunarda erano il giorno
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una volta il giorno era l’emergenza di luce mattutina: più che le ventiquattr’ore tutte
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scalza ridendo mi hai visto e accolto senza enfasi
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era evidente che ero venuto al tuo mondo di cui non sapevo niente ma era allegro e tu neanche potevi conoscere niente della tragedia delle cantine
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(…….)
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avrei poi sempre esagerato ai tuoi occhi il godimento di te e delle cose
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il trauma della differenza tra modi di esistere disegna trincee di pochi centimetri, una mappa di cicatrici ritratte e un reticolo nella campagna
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sulle cicatrici inciampo perché le coltivazioni delle tue amorevoli cure distratte fertili di steli e alberelli, che a me paiono foreste d’un racconto di alto valore, nascondono le irregolarità del suolo
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su quella terra tu ti muovi agile e distratta perché questo mondo differente da tutti cura i miei eccessi come segni di trascuratezza
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tuttora, dopo anni, io cado goffamente nel campo e piango sbucciature come emorragie
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anche se, grazie al cielo, niente mi sfugge dei segni della tua benedizione
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