l’elettrificazione della letteratura
una lampadina accesa alta sui campi il filo elettrico verticale disteso sale verso il cielo
.
la narrazione è illusoria e l’inizio risiede in punti di incrocio fuori del campo visivo e il vero senso delle cose ci sfugge
.
tutta l’umana produzione letteraria risulta una rete di alimentazione che ci toglie dal buio
.
essa è, tuttavia, elettrificata da sperduti generatori galattici precedenti nel tempo la biologia cerebrale delle aree del pensiero e della scrittura
.
questi fili che cadano dal buio vogliono dire di quando la festa finisce la terra si vuota e a noi non resta che un orientamento esclusivamente verticale
.
e tutti presi a stare ben diritti sui nostri piedi in alto non ci viene di guardare e dunque non sapremo dire dov’è affisso il filo dello zenit che tiene il bagliore di polvere siderale
.
il mistero inerente certe rappresentazioni oniriche indica che la mente non ha potuto pensare un luogo di origine
.
e nel sonno la ragione (che nel sonno perdura) se non può realizzare una conoscenza concepibile entro i suoi limiti,, lascia spazio all’assurdo e crea una finestra sul cielo
.
ma questo non esaurisce lo stupore e al risveglio ancora la sospensione della lampadina rimane implausibile
.
ma io dico che invece il sogno significa quanto a lungo ti ho aspettata
.
e che anche adesso che sei qua ogni notte dormendo mi invento che la tua rassicurante permanenza diurna rimane sostenuta da niente che io meriti
.
il sogno sempre si ripete, ma non ha una causa che lo renda comprensibile a chiunque
.
dunque devo essere io a sostenerne la sorprendente lucentezza rinunciando ogni volta a capire