presto o tardi, non sarebbe stato comunque amore
Penso solo a te hai detto. A fare le cosa insieme. Di tutto restano i segni hai detto. La parte commovente della faccenda è che solo alla fine ho capito che non si muore e non c’è un decadimento assoluto.
È che bisognava sapere la conservazione dell’energia e il discorso della montagna per concludere, solo oggi, che la rivoluzione è l’affermarsi di una persuasione e innamorarsi è il prendere campo di precisazioni più pertinenti su tutto.
Ragioni per le quali ogni sentimento rivoluzionario si prende sempre il tempo che gli ci vuole a dispetto di tutto il resto. Riuscendo a sopraffare chi vive di fretta.
Leggo che l’entomologia si occupa di ‘sezionare in segmenti’ e ogni insetto ha tre parti e ali pari e sei zampe ma mandibole labbra e mascelle così fuori misura che un insetto consiste esclusivamente in quella sua armoniosa sproporzione cioè nel mistero di una arcaica semplicità.
Anch’io come te non faccio altro che pensarti e mi manchi continuamente e niente mi basta e vedo bene con gli occhi dell’entomologo che l’amore si impone per fenomeni che potremmo definire di elegante dismisura.
Tutto è facile con te. La vita una durevole distrazione. Sedere ad aspettarti è l’attuazione di plurimi coesistenti umani automatismi. Tu ed io i termini di un’equazione di cui restiamo origine e risultato.
Tutto lascia una traccia. Quasi si muore. Ma nessun decadimento è assoluto. Se è tardi aver capito solo adesso resta che senza sapere non c’è amore.