stardust
l’inizio si riversa qua da ogni parte traversando distanze non computabili
la destinazione è comunque sempre al centro di ciascuno
cosicché abbiamo nel ventre l’arca dei semi che tiene i geni con sé ognuno destino del mondo
sulla buccia dell’universo la materia fondendo fa il tempo e una stella, si dice, è il futuro che arriva della nascita di tutto retrocessa a distanze ultratelescopiche
la direzione della luce è finta
il tempo non va da nessuna parte
il tempo semplicemente ha allagato da subito tutto
da allora la luce si avvolge all’ombelico di ogni creatura
però esclusivamente noi possiamo intendere se uno dovesse dichiarare:
i l p e n s i e r o è u n c o r d o n e r i t o r t o d i p o l v e r e
l’amore per conto suo con la schiena dritta sul sedile di legno viaggia nell’ultimo vagone del treno partito trecento anni fa
l’universo lo aspetta sul ciglio di cemento di tutte le stazioni
sono solo io ad avere l’esigenza di disporle, le fermate, in maniera ordinata in mente..?
è solo a me che pare normale perderci i giorni..?
come ho osato sciaguratamente rischiare di perderti per chiarire il senso della frase iniziale..
“…è già tutto successo già accaduto era già là questo essere noi e amarti è stato misurare i modi di diffusione di una stella per confermare che i fatti tra di noi di adesso erano sempre stato così solo molto lontano da qua…”?
so che quello che chiamiamo destino è esclusivamente forma
compreso questo parlarti
che è per conferire al mondo una corrispondenza e alla coscienza una prospettiva
essere insieme è curarci gli occhi perché quello che vedono corrisponda esattamente all’immagine di un amore che il pensiero aveva realizzato possibile
da un poco, guardando oltre le stelle, si è scoperto che ad una eccessiva distanza il principio di causa vacilla e l’orizzonte è ricordo
nello stesso modo si può sperimentare quotidianamente che oltre l’estensione di un braccio che possa farci adottare i pensieri d’amore del nostro amore, quando carezziamo il suo viso, c’è un tempo incerto nel quale riposa, già goduta, la nostra ultima giovinezza.