dittatura
La parola è esecuzione di un atto mentale che traduce un’idea in un suono.
Il dettato che la maestra leggeva seminava in aria segni che nella mente si convalidavano con mutua armonia.
Lei leggeva al centro dell’aula: pescatore che lanciava intorno la sua rete di fili di suono.
La sintassi faceva nodi saldi. La forza della composizione risiedeva nel rapporto variabile tra suono e significato.
La lettura trasforma la percezione. La coscienza si illude che la maestra è un araldo che annuncia l’editto imperiale.
Nella stanza orecchie curiose. Dico: l’ascolto erano vele al vento della sua voce ma solo alcuni di noi erano sensibili alla seduzione.
Gli altri ai miei occhi non contarono più niente. La reazione differente al dettato distingueva gli uni dagli altri. La bella voce irretiva solo alcuni.
Si impone, prima o dopo, la dittatura di differenze evidenti.