Pompei
la punta di un ago tocca la sfoglia primitiva dell’aria circostante / è il nido cellulare dei sogni e il grano di grafite origine di tutte le linee / la convergenza di condensazione e rarefazione di tempo e materia delimita l’insuperabile attuale / sancisce gli odierni limiti sensoriali e tecnologici / la pirateria scientifica sulle rotte estreme ha vinto il bottino prezioso / la percezione visiva di una realtà fisica tenuta al sicuro in una serie di figure di contatto tra uomo e mondo / ma il pensiero verbale parla di “un grano di polvere d’aria che accoglie stridendo la punta dell’ago” / dice “davanti agli occhi l’alluminio sublima in una goccia tremula di nebbia di elusiva evanescenza” / “quelli che verranno”, aggiunge “più dotati di adesso, ingrandiranno con i telescopi quell’area di contatto e un genio litografo stamperà le fattezze di un seme germinale” / ma se l’immaginazione è dunque già adesso in grado di raccontarlo quel dopo / allora che è successo, oggi, nel pensiero che afferma di già che il limite che fa la modestia e infelicità attuali saranno superati /
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(qui la cenere dell’eruzione ha cancellato il testo in esame che riprende alla propria conclusione)
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nel dirti ti amo ho in mente la tua figura / puoi averla in regalo / ma quando giuro che ti amerò fino alla fine / questa è solo un’idea di me / della mia presunzione di amarti / ma è tutto quello che ho / è il mio tempo / sono io finché vivo / è tutto ciò che hai avuto / e tuttavia è anche tutto quanto non potrò darti / che dovrai restituirmi / un giorno