citazioni

10 Maggio 2025 Lascia il tuo commento

per dirti sull’amore cosa finalmente ho appreso mi era venuta in mente ritrovata una certa parola

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in testa ci giocavo ripetuta in molecole d’acqua e si vede bene come il pensiero certe volte sia una piscina privata cioè come ogni lusso il vizio causato dall’isolamento

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peraltro la parola si è rivelata inadatta e però stavolta il mio cuore senza più riparo ha sussultato come si addice alla biologia dei corpi che si guasta a suo piacimento (ed è estremamente preoccupante) ma si accetta con una alzata di spalle infantile perché senza quella babele di cellule mute non ci sarebbe vicinanza, né vita corale, negli intervalli buoni

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voglio dire, c’è il suo il bello nel farsi vivo del buio calore è anche doloroso ( ma c’è una vera bellezza che non sia straziante ? )

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comunque ogni radiazione termica rende necessaria la fantasia di te per risultarmi tollerabile

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tu, se farai fatica, non sentirti una che la vita ha sacrificato

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devi opporle che io quaggiù seppure troppo lontano mi stanco ogni giorno un poco finché i muscoli e il fiato mi dicono  < “… adesso lei…” > come indovinassi quello che stai facendo

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anche stanotte, come vedi, per stancarmi un pochino leggevo questo e ho pensato che l’ultima frase della citazione riassumesse il mio sempre insufficiente ardore nei tuoi riguardi

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pensami

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addio

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fino a domani

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p.s: in accordo con te il libro si annuncia attraente

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>> Prof. Dr. Paul Heudeber

Elsa-Brändström-Str. 32 1100 Berlin Pankow DDR

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a Maja Scharnhorst – Heussallee 33 5300 Bonn 1 – Domenica 1° settembre 1968

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Maja Maja Maja
togliamo il possessivo: l’amore nudo.
È cresciuto nell’assenza e nel buio: la tua mancanza è una sorgente. Un corpo, un anello – sei sigillo di ogni cosa, unica. La tua lontananza avvicina all’infinito. Tu sola mi permetti di dissimularmi al tempo, al male, al flusso della malinconia. Quando sento le sue grida, mi chiedo cosa ne fu della mia giovinezza. Mi tappo le orecchie con abili calcoli. Scendo a precipizio per superfici che nessuno ha mai percorso. Ricordo il settembre del 1938. Il fuoco covava nel ferro; il nostro fuoco messo ai ferri. Ce ne stavamo in piedi di fronte alle macerie future. Abbiamo resistito, aggrappati l’uno all’altra dalla forza del ricordo. E così resistiamo oggi, nella paura e nella speranza di fronte al mondo che abbiamo davanti. Irina ha appena compiuto diciassette anni, giusto un battito di ciglia per una stella. Non vedo l’ora che torniate qui. Farò qualche concessione; verrò a trovarvi a Ovest. Ho letto il tuo bel pezzo, in quel giornale orribile, sulla vicenda di Praga. Mi mancano i nostri scontri. Martedì parto per Mosca, un Congresso. Mi domando come li pensano là, questi tempi difficili. Mosca torri tozze e compagni. Scrivimi.

Dire che ti abbraccio è dire poco.

Paul <<

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Mathias Enard – DISERTARE – e/o edizioni


quello che c’è (e quello che non c’è)
precessioni

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