vincere contro il demiurgo

31 Dicembre 2019 Lascia il tuo commento

“La pace è l’intelligenza della tragedia e insieme la sua conservazione. Essa si intreccia con la sofferenza la frustrazione e la perdita. Tra il trapassare di tanta bellezza, tanto eroismo, tanto coraggio la pace è l’intuizione della permanenza. Essa vede la tragedia come un fattore di vita che persuade verso la bellezza. Ogni tragedia è il dischiudersi di un ideale: ciò che poteva essere e non è stato. Ciò che ancora può essere. La tragedia non è stata invano.” (Alfred N. Whitehead)

Il tempo della cura è tragico perché ci mette di fronte ad una serie di eventi accaduti senza che noi lo avessimo deciso intenzionalmente. Tragici perché irreparabili. La tragedia, prepotente consapevolezza tardiva, esclude tuttavia la colpa. Poiché dice che non potevamo fare niente altro che quello che abbiamo fatto. Così prepotente e incorreggibile la tragedia è un demiurgo.

La pace arriva quando si guarisce. E si comprende che per vincere il demiurgo, affinché cioè la tragedia non sia stata invano, c’è ancora qualcosa che si può fare e la si fa. Questa prassi umile ma determinata e ininterrotta (alla fine della ‘tragedia’ della cura) è il processo di guarigione. Che non finirà più. 


auguri
Villa Malaparte, Capri.

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