uscita dal mondo dei dittatori

23 Febbraio 2025 Lascia il tuo commento

nel presepe entangled a tre quarti della linea d’orizzonte il padre sta ben saldo con il neonato tra le braccia (a mostrarlo) inequivocabilmente suo 

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la madre al centro della scena guarda smarrita il giallo annerito di paglia vuota raccolta al centro 

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il punto di fuga dello sguardo è il punto nero denso dove è precipitato il figlio che è materia del mondo

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in un capolavoro di antitesi il figlio della vista è diventato un punto buio e il centro della vita non piange e non si trova 

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vuota di suono e figura l’aria tiepida di un attimo fa si è impietrita di incredulità e stupore

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– ma non c’è da dannarsi –

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la foto da cui ho tratto il racconto fu scattata per caso da un assistente alla produzione durante una pausa delle riprese

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ritrae l’istante in cui una maestranza (di cui nessuno ricorda il nome e il ruolo precisi) si offriva di tenere buono il neonato che strillava privo della madre che lo aveva affittato alla regia per un compenso non insignificante che risarciva il rapido disappunto materno a quelle grida

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l’interprete femminile, in quell’istante, per l’appunto, s’era chinata sulla culla di fieno a cercare un orecchino di oreficeria etrusca originale, imprestato alla produzione, con gelida ritrosia, dal museo archeologico delle vicinanze 

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una distrazione da un lato faceva parte e ritraeva, di fronte, una serie di altrettanto causali convergenze

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tutte insieme avevano spalancato la finestra su una scenografia imprevista che poteva alludere ad una impensata sceneggiatura della storia del mondo 

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certo si trattò d’un evento miracoloso perché nel momento dello scatto (che ridurrebbe il miracolo ad un basso incidente) che rese immortale la scena, nessuno tra le decine di lavoranti della compagnia stava al di là dell’obiettivo

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e così si era reso evidente un universo in cui la metafora del mondo conosciuto si volgeva nel suo opposto resa possibile dalla differente reciprocità degli attori

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sulla scena del mondo stanno da sempre una donna un bambino e lo sconosciuto figurante che recita la figura cui l’uomo finisce per ridursi per la prevalenza degli altri due: generatrice e generato

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ma nella foto (viene da dire “quella volta là”) a pensarci bene l’uomo è fatto protagonista di un anti-presepe nel quale si rappresenta il trasecolare della figura maschile costretta ad una non preparata (impreparata?) presenza

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da ininfluente comparsa, esclusa da infiniti legittimi dubbi dí genetica paternità, fermato da un arcangelo nelle vesti di un incauto segretario di scena, l’uomo in quel momento viene costretto, proprio lui pieno di difetti di natura che sono sopra tutti la transitorietà e la pigrizia, una buona volta, e forse una volta per sempre, a fare immediatamente la sua parte col figlio di lei

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questa ipotesi non è aleatoria

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è invece entangled : cioè impigliata, dalle forze che regolano l’azione fisica dei corpi in moto nello spaziotempo della pausa teatrale, ad una scena identica ma agli antipodi del significato della narrazione che, nella messa in scena di cui si racconta, si voleva rifare identica a quella universalmente condivisa riguardo alle circostanze della nascita dell’ INATTESO

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la foto, mentre la osserviamo, ancora adesso ( e PER SEMPRE ) ci lascia al di qua di quanto ci riguarda

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quello che mostra è una storia alternativa, che nessuno ha voluto, e però fa un teatro imponente proprio perché era un ribaltamento pieno di senso che è un peccato il non averlo saputo inventato 

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solo fuori scena, sembra dire il rettangolo di carta e gel di joduri, è possibile….

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(dopo secoli nei quali il teatro si è dedicato alla ricreazione di miti collettivi universali senza inventarsi più niente)

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…..solo fuori scena, nel teatro della distrazione generale, è permesso che la nascita possa essere incolpevolmente sottratta alla storia degli eventi della imposizione provvidenziale per essere condivisa con l’altro

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la foto è l’incrocio nel quale un universo si distaccò da questo

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quando il bambino scomparve per un momento dal centro del mondo e la madre divenne occhi vuoti

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e il padre indispensabile ospite seppure consapevole d’essere inadatto ma risollevato dallo stupore seguito subito ( si vede bene il volto del figurante) da un sussulto di infantile orgoglio e di buffo disinteresse: ché lei si è impaurita di niente

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non è troppo tardi neanche adesso per capire

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quella foto, scattata durante le prove del presepe, ne ritrae uno che resta impigliato nell’opposto del presepe ed è, di fatto, una porta su un mondo che è l’opposto del mondo

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di quel mondo altri forse fanno esperienza avendo preso quella strada

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vedendola oggi io so che con te c’è stato un giorno d’amore e di reciproca lieta distrazione

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fu il tepore primaverile arcangelo fotografo e segretario di scena

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varcammo la soglia e cademmo al di qua dove ancora siamo

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siamo tutt’ora non più sfocata conseguenza di quella miracolosa (cioè casuale) irresponsabilità 

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si capisce come sia che solo la realizzazione di una casualità assoluta consente di eludere almeno le più estreme durezze dei dittatori 


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la flotta d’Altrove
il silenzio degli innocenti

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