resistere con Camus

10 Ottobre 2013 Lascia il tuo commento

giovedì, 10 ottobre 2013

aria

il 9/12/2013 alle 18,22 Gabrielle manda questo commento all’articolo “ripetizione liturgica e coazione a ripetere sono differenti” che, come si dice, volenterosi e allegri  pubblichiamo…

< Nel numero 6 del 2013 di MicroMega sono pubblicate 40 pagine inedite di Camus: “I testi inediti affrontano temi diversi e sono riconducibili a diverse epoche storiche e a differenti fasi dello sviluppo del pensiero di Camus. Eppure a ben guardare, un filo rosso li unisce, la proposta di una filosofia autentica e radicale, mai neutrale, sempre appoggiata sulla ricerca della veridicità del linguaggio e sul rifiuto della menzogna. Ovvero, di quell’ideale filosofico e umano che lo stesso autore ebbe modo di definire solitaire, solidaire.” .. esprimersi in modo non veritiero significa “accrescere il dolore del mondo” diceva Camus in compagnia di amici stimati Ponge, Parain, Char. In una lettera a Francis Ponge (ici) su ‘Il partito preso delle cose’ (qui) (qui) (…e qui) Camus scrive “.. Prima di risponderLe, mi sono preso il tempo di rileggere attentamente ‘Il partito preso delle cose’, così come le Sue note, e di leggere ‘Le Bois de pins‘ (ici).. l’ho fatto non senza emozione poiché, ha ragione, ritrovo in Lei cristallizzato su un punto preciso e con una costanza che io non posso rivendicare, una preoccupazione per me essenziale… è la Sua stessa padronanza a rendere convincente la sua ammissione di fallimento. Intendo dire i romantici non mi persuadono –e soprattutto non mi commuovono- quando mi parlano di sentimenti o situazioni ineffabili, indicibili, infiniti. Questi prefissi privativi sono soltanto segni della loro personale indigenza. Mi dicono che il tale sentimento è indicibile, ma non me lo fanno sentire. Al contrario quando uno scrittore fa prova di un’ammirevole padronanza espressiva , è allora che la sua ammissione di fallimento ci insegna qualcosa. Non sono l’impotenza a parlare o la balbuzie che mi convinceranno del mutismo cui siamo condannati, sono le riuscite relative del linguaggio di cui lei parla. Quando si è terminato ‘Il partito preso’, si è acconsentito al relativo, ma attraverso mezzi superiori… come Kafka fa acconsentire al fantastico con il naturale, Melville al simbolo con il quotidiano, lei fa accettare il mutismo grazie a una sontuosa scienza del linguaggio.. ”  ..In un testo del 1965 che accompagnerà ‘La Posterité du soleil‘ (qui) Char scrivrà a proposito della prima visita di Camus in Provenza – finito il pasto, partimmo per l’Isle. Capii dall’espressione degli occhi di Camus, dall’esuberanza che li illuminò, che entrava in contatto con una terra e degli esseri dai soli gemelli che prolungavano, con più vegetazione, colori e umidità, la terra d’Algeria cui era tanto legato- ecco..>

oohhhh! cheilsignoretibenedica gabry !


vaso con tulipano
cambiarci le abitudini per via di una scoperta

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