prendi(ti cura di)me
29 Luglio 2020 Lascia il tuo commento
Ti penso e le mie dita volano tra i capelli in un gesto di moderata disperazione.
Ho accesso a parole rumorose e cordiali. Tu hai il pensiero silenzioso e furtivo.
La parola ‘amore’ nelle periferie interstiziali resta per decenni un a-priori ‘mite’.
Per tutto il tempo la luce non arriva al fondo dell’anima e per assenza si genera il buio che accoglie l’infinità.
Si deve trovare un parlare adulto che mostri la semeiotica della mente neonatale smarrita.
Fino ad allora la visione del mondo è la somma di innumerevoli ‘niente’ cioè una densa lacuna.
Fino ad allora noi siamo stelle gemelle disperse in un cielo senza uno schema di ricongiunzione.
I radiotelescopi potranno captare l’invocazione: “Prendi(ti cura di)me.”