portami con te
foto
”una mappa”
collezione privata)
Quella volta che la resistenza aveva vinto eppure la canzone diceva
“….portami via! portami via!”
Era una voce di donna o così mi venne logico pensare al primo ascolto: perché chi è che chiede ad un soldato di portarla via, che non vuol restare e che si sente di morire e non dev’essere là che accadrà. Io ero certo non potesse trattarsi che di una bella ragazza. Ma non avevamo vinto, quella resistenza? E invece c’era quel ‘di’ morire e io sentivo come imponesse che c’erano le condizioni etiche, una necessità, appunto, di morire. Come se chi canta fosse vincitore e una persona liberata e però sa che morire può diventare di nuovo necessario ad un certo punto, e che vincere non basta, e che di fronte a certi avvenimenti le vittorie non valgono. Non per tutti.
Dunque che festa si potrebbe fare ora? Se non celebrare sommessamente la vittoria amorosa, casomai. Allora.
“Portami via! Restami vicino!”