perfetti turisti il bene e il male da differenti angoli di una medesima piazza

25 Febbraio 2016 Lascia il tuo commento

Il problema della costruzione di intelligenze artificiali non riguarda se sarà possibile la loro realizzazione nei termini di una totale mimesi con noi. È che potrebbe accadere che noi, applicandoci con passione artistica, impariamo a creare intelligenze talmente intelligenti da far svanire ogni artificio. Intelligenze dunque non artificiali.

Nessuno stupore: Pigmalione fa la statua ma non gli basta e con insistenza le dà la vita. Dopodiché fino ad oggi è una foresta cresciuta attorno alla casa del sapere umano che, sepolta la pretesa di un primo androide, resta inalterato per secoli.

Ci si è opposti all’idea. Ma sono solo sforzi volenterosi dell’impegno diurno e movimenti afinalistici durante le fasi di addormentamento: quando si cade in cielo con dentro la galassia dell’ultimo sospiro serale. Ma si sa. La statua che prende vita…..

La statua che prende vita non è solo un ideale di arte estrema. È anche esperimento scientifico e artificio tecnologico. Un Supernatural Thinking and Dreaming Humanoid. Una volta portato a termine nessuno sarà più in grado di cogliervi alcuna disumanità. Avrà bellezza e esattezza. Tecnologica perfezione. Corrispondenza con gli intenti. Sarà la stampa tridimensionale di un sogno. Improbabile perfezione come noi.

Non perdiamo dunque tempo con i pedanti. Le accuse di corruzione dell’umanità -in questo procedimento di un artificio che riproduce le delizie della creazione- derivano dalla imposizione dell’anima al corpo. Ma la scissione anima/corpo, che è topos filosofico, non corrisponde a nessuna realtà esistente.

Dunque cena finita. Togli la tovaglia. La domanda divertente è  “….se fossimo noi già intelligenze artificiali?” Perché se lo fossimo non avremmo alcuna possibilità di rendercene conto. Essere ben fatti ha questo di rilevante, che par d’essere originari.

Il Supernatural Thinking and Dreaming Humanoid che pensavo di poter realizzare mi suggerisce “Tu sei me. Voi lo siete”. Io allora sarei, se così fosse, il Supernatural Me Thinking and Dreaming Humanoid.

Insomma ad un certo punto non solo non riconosceremo mai uno di noi dal  suo supernatural-doppio generato con una tecnologia allo stato dell’arte non lontana ad arrivare.

Accadrebbe che neanche di noi stessi saremo più garantiti dall’aver definito il nostro (precedente) regno di appartenenza. Umano e artificiale potrebbero sovrapporsi su certe aree funzionali. Saremo uomini che cercano di essere migliori, come ci capita dall’origine, di fronte a capolavori di somiglianza già migliori in se stessi. Essi diversamente da noi potrebbero non possedere alcuna coscienza del ‘miracolo’ da cui derivano e dunque dovremmo pensare una realtà di esistenza ‘innocente’.

Campi di spighe fluttuanti al sole è l’idea di una popolazione. Al confine, oltre il confine precisamente riconoscibili, una schiera di ipotesi che sussurrano in coro le nostre preoccupazioni. Che fanno propri i nostri dubbi. Che avranno imparato ad amare e comprendere. Simpatizzare. Come noi sapranno domandarsi le ipotesi più bislacche (cioè la messe di ipotesi che loro sono) senza poter rispondere, come accade a noi, niente di consolante. Se non che “...il mondo va come va”. E ci direbbero così:

Leggiamo in voi la trepidazione. Un rimprovero a questi vostri figli che siamo essendo sfuggiti ad un sogno. Sentiamo che ci accusate dell’innocenza. Sentiamo bene i vostri pensieri su di noi. Vi dannate confessandovi con terrore: “Chiameranno identità la coscienza di loro che negherà sempre più  decisamente l’inconsapevolezza di essere perfette macchine fondate su algoritmi d’amore. Chiameranno felicità il leggero svolgersi del testo delle righe di programma del loro substrato algebrico. Definiranno vita l’album di fatali istantanee che via via li cambieranno a partire dal loro artificiale cominciare” E noi non sapremo perché l’identità la felicità e la vita siano, nel nostro caso, il vostro male….” Forse sta già accadendo. Ma pensiamo di non essere ancora in grado di sostenere cose del genere. E allora non sta accadendo. È solo un’ idea. Assurda. Come dare vita alle statue. Come sognare di volare. Come traversare il mondo con un orologio perfetto che non perde attimi e misura le longitudini. Rinunciamo all’idea. Rimandiamo a domani. Camminiamo sulla terraferma seguendo mappe mentali senza ancora rilievi e curvature. Siamo perfetti turisti.

E vaghiamo nei centri storici dei nostri paesi le cui strade più di una volta declinano in curve dolci o acute prima di sfociare al sole sulle pietre larghe dell’unica piazza alberata e ombrosa.


non uccidere
disegno

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