Mariavergine tu niente altro
“Facciamo così. Pubblichiamo questo. Non so il perché”- ti avevo detto – “…ma il perché sa di me.”
Dovevamo accennare alle estati. Per chiarire che mi era venuto su evidente che le estati sono uguali ad una tra tutte e i giorni uguali ad uno solo tra tutti quelli passati.
Il risveglio che precede la coscienza è aspettativa che le cose si metteranno ad andare come un giorno più unico che raro.
Il baracchino di legno i pesci i remi spezzati dall’acqua le tue mani al cuore Mariavergine il desiderio sciolto sulla pittura che non implica paragoni.
È ideale (non astratto) la pratica di pensiero riferita all’esperienza di benessere causata dalla apparizione dei cuori grondanti su tela.
È anatomia dell’amore la linea di taglio circolare dei grandi tronchi arteriosi sapientemente recisi a cantare dal vuoto contro il falso celeste del pudore.
I buoni sentimenti lascerebbero il cuore dov’è e Mariavargine morire.
“Facciamo così. Pubblichiamo questo. Perché tanto non ci furono più estati.”
Mariavergine tu e niente altro.
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