lungo il fiume Congo
Domani, cioè molto presto, più presto di quanto tu possa pensare, ti chiederò cosa hai avuto per cena, ieri notte.
Sarà una richiesta impertinente, indiscreta in questi tempi di fame. L’indiscrezione sarà consentita dalla tua simpatia. Che sarà ricchezza e rivelazione di fiducia.
E ti dilungherai a raccontarmi il gusto della radice di rabarbaro che insaporiva un tubero verde.
Io starò godendo il tripudio dei tuoi denti bianchi abbracciato nel buio della stiva.
Mentre il giorno, fuori, farà naufragio nell’immobilità del coprifuoco, le chiglie toraciche, le nostre due navi affiancate, saranno già volate via.
Io farò fatica a restare sveglio. Dormirò prima del tempo. Mentre tu ancora starai raccontandomi quanto può essere aggraziata la disappetenza. E come dignitosa la riservatezza.
1 commento
….protetti dall’insenatura ampia
del fiume
ci siamo trovati vicini
affacciati
a raccontarci
ed a scambiarci spezie
preziose per il viaggio….