l’amore è il pigreco dopo la virgola
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”la scrivania di Pompei”
(un reportage)
Di fronte alla successione imprevedibile di cifre dopo la virgola di un numero irrazionale, mi chiedo come sia che noi azzardiamo la corrispondenza tra incommensurabili: cioè tra un oggetto discreto che pretendiamo di individuare, ma resta solo alluso, e l’ostensione perdurante delle cifre necessarie.
La loro numerosa compagine offre spunti sulla capacità umana di enumerare gli assalti alle cose belle rinserrate dietro la loro inutilità, sugli sconfinamenti della forma verbale del futuro che va da adesso al prossimo istante e sul pensiero quando si sia sottratto ad un fine.
E cosi l’amore lo porrei negli agi di quell’universo aritmetico che sta dopo la virgola di un numero irrazionale.
L’amore aggiunge (al noioso numero intero che goffamente lo precede riuscendo solo ad accennare un valore all’ingrosso) tutto quello che accadrà: il procedere a misurazioni sottili, il calcolo della deriva di smisurate asimmetrie, la bruciante accelerazione di chi cade nella rassegnazione all’inesauribile.
L’amore è la diabolica coda decimale del pigreco che, acuminata com’è, scava senza sosta gallerie nelle gallerie e stanze nelle stanze.
Dopo la virgola anche i miei giorni sono numeri estratti dalla tua mano. Numeri della lotteria che si dispongono in una fila ordinata che accosta gli elementi di quel caos in riquadri luminosi.
E te, bendata, ridi ad ogni foglietto che acciuffi nell’urna e lo tiri alla luce: e ogni cifra che compone ciascun numero è una tra le solite dieci dell’inizio che torna promette ricorda e sorprende.