la terra di nessuno
La verità non è al vertice di un ragionamento giudizioso. Fluttua sulle onde di un calcolo di probabilità.
Per questo la moderna scrittura si diffonde in parole, riducendo il fenomeno della verità alla propria premessa.
La nostra vita, proprio come la scienza delle scoperte e la narrazione delle psicologie, si compone di condizioni relazionali al limite: insieme immature e tardive.
Dall’albero pieno di frutti che sei còlgo i tuoi intendimenti con le movenze del desiderio. Balbetto ripetutamente “tu” come uno che trema di freddo e attese.
Siamo al cospetto dell’attrazione. Si tratta di eventi irresistibili di prevalenza. Ma le linee della scrittura che li racconta si depositano sull’emulsione di cellulosa sfrangiandosi e sfumando progressivamente.
Come se, la verità del desiderio da dire, lungo lo sviluppo delle proposizioni, si perdesse e, a distanza, assumesse il valore accessorio di ipotesi e pretesto.
Il discorso si arresta che non c’è un esatto movente. Comunque quando e dove tutto è già divenuto irrimediabilmente inesatto.
Noi stessi, alla fine, eravamo di nuovo tutti insoddisfazione e urgenza, il bianco del foglio dopo l’ultima riga un lago di sale e, il domani, la terra di nessuno.