la ragazza di Babele
“esagerazioni”
protesti continuamente riportandomi alla mente e davanti agli occhi le tue parole e la tua agitazione dei tempi quando mi avvertivi che non sarei andato d’accordo con nessuno e che nessuno avrebbe voluto avere a che fare con me che, inseguito da un cane famelico, correvo avanti: a chiarire e precisare
era urgenza per salvarsi dai morsi ma sembrava che disdegnassi tutto
mi chiedi se rammento come ti infuocavi quando sostenevo che esattezza e precisione erano esclusivamente per tenere sgombro il piano di lavoro e per andare a colpo sicuro tra i ripiani dell’armadio a prendermi, tra tutti, il maglione beige
in effetti ricordo: ti ribellavi perché, dicevi, la mia falsa innocenza era una provocazione
ed è vero: lucidare il tavolo da lavoro e tenere a mente l’esatta successione dei maglioni ben protetti nel grattacielo di cassetti dietro le ante perfettamente allineate dell’armadio rispondeva ad uno scopo immediato e ad una ragione contingente ma, insieme ad altre esagerazioni, obbediva ad un sottostante progetto di vita ben più pretenzioso che si poneva in antitesi con l’approssimazione e la genericità cui troppi fanno ricorso per procrastinare il loro disordinato stare al mondo e però poi, quando venga loro richiesto di illustrare i futili motivi per aver scelto, per esempio, proprio quel colore così inospitale per le pareti e il soffitto della stanza dove tuttavia vivranno per sempre, non trovano le parole necessarie con il risultato che il senso della vita, che risulta come somma di infinite piccole decisioni come quella, gli sarà già da un bel pezzo fuggito di mente come acqua dalle mani e sabbia da un vestito
esagerazioni
vivere è l’ossessione per i particolari, coltivare le formule, regolare i campi di azione delle particelle, immaginare l’atomo perché tutto quell’occasionale rigore con cui le cose stanno insieme è ispirazione
la ragazza di Babele scampata al naufragio del progetto di una lingua universale si era allontanata sola dai gorghi e non s’è più arrischiata a parlare con chiunque per non rivivere l’esperienza della sordità ai significati
quando è arrivata qua le ho mostrato il disegno di casa: la mappa dei giacimenti di lane calce piani di legno e vernici colorate su limpidi arredi lungo brevi corridoi
presto la visita è finita e lei si è seduta per restare: mi è parso
allora le ho mostrato di fronte alla finestra la vista del non desolato deserto di estrema povertà che illustra quello che per me non ha contato mai niente
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