la massa cerebrale è materia senza un ordine
Da quando ci sono queste dita appoggiate sul quaderno chiaro con la copertina nera il pensiero si è calmato. Le dita fanno un tetto e non piove più. Anche se mi pregassi di lasciar perdere è un moto di calma che si sviluppa. Dunque non prendertela. La massa cerebrale è materia senza un ordine esatto. Senza procedura. Può funzionare a patto che non si pretenda la predicibilità. Faccio il mestiere di dover stare sotto gli occhi di chi nel frattempo vuol capire. Mi mettono davanti a sé e raccontano. Il timore e l’imbarazzo durano poco. L’amore è una pretesa. Il transfert non fa eccezione. Se pensi che si impara non è vero te lo assicuro perché non si impara. E’ più complicato: bisogna cambiare. Distrarsi con sovrana affezione alla prassi e pretendere. Per anni vivi avvolto da una coperta di attenzioni. Non è male. Però finisce. Il declino dell’attenzione per gli anni che dura offre possibilità insperate di curarsi la vanità. Quando arrivano le mani e i fogli e le parole scritte è quasi tardi. E’ sera in ogni modo. Una sera dorata. Un rigo di letteratura. Gli eventi restano tutti perché non mi sono mai preoccupato di fissarne nessuno con la penna sui taccuini. Restano come la forma irriproducibile della sostanza cerebrale. Sono fatti solo appena sfiorati. Mai preteso di illuminare le cose che sostengono tutte le altre cose. Ciò che ha realtà di non coscienza resterà per sempre di quella natura. Sono le dita appoggiate sulle ali dei fogli del quaderno aperto. Un filo di letteratura quando l’odore della carta supera di gran lunga la qualità di quanto si riesce a comprendere.