la grande confusione all’Ufficio del Nuovo Catasto Urbano
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”edilizia popolare Zona Sud”
(collezione privata)
Parliamo e ci amiamo con foga o tenerezza. Niente da dire, in verità. I baci di oggi nel deserto normativo sono il vino rimasto di una vigna selvatica. È mercurio rosso.
I rossori di una tenerezza nascosta rimangono segni di una passione autistica, cioè ossimori coraggiosi. Ogni mattina comincia il discorso strappato ai sogni che resta in mente fino a notte.
Forse non sono sogni: forse sono i desideri di prima. Svelati. Infreddoliti. Sopravvissuti. Insistenti. Riproposti. Irriducibili. Sarcastici. Provocatori. Ridenti. Ossessivi.
Vengono domande che tolgono il fiato su quali siano i criteri delle scelte amorose, sui fondamenti dell’intimità, sui codici di accesso alla banca dei nostri segreti.
Interrogativi sul come si ricreerà un setting sicuro con le sue peculiari distanze felici.
O quanto può aspettare d’essere amato un essere umano, quanto è importante essere amorevolmente pensati da chi amiamo e desideriamo.
Sono richieste irritanti come un amore che non vuoi e ti ha preso. Uno strazio per la ragione sapere che l’unica medicina per l’ascesso è il rasoio di pretese senza alternative.
Domande che contrassegnano l’accelerazione della caduta. Non è la vertigine del piacere ma è compiacersi di una audacia propositiva.
“Tu hai fatto ‘questo’?”
Richieste alla finestra di una casa popolare di cento piani. Esigenze primarie a fondamento di un progetto urbano riconsiderato.
È successo, infatti, che nel giro di pochi mesi tutte le planimetrie si sono mostrate inadeguate e abbiamo dovuto buttare al macero le precedenti mappe della Nostra Città.
Te la immagini la confusione all’Ufficio del Nuovo Catasto Urbano quando è arrivata la richiesta di costruire una città differente in cui nessuna strada è la scorciatoia di nessun altra ed ogni percorso va dritto al tuo cuore e dal tuo cuore o non va da nessuna parte?