la tana del jazz

25 Marzo 2011 Lascia il tuo commento

la tana del jazz

Una memoria d’uomo che non riesce a piovere, che non si stacca da lassù, una colla tiepida sulle dita, un albume salato, un toccare il cielo. La bravura è di saper pensare solo nell’ALTRO solo sulla linea della tensione che ci unisce sebbene siano i giganti a dominare. Forse bravura e’ l’amore per la materia del dubbio, legarsi appassionati ad ogni singola parola della SUA domanda, prendere nota con attenzione delle forze molecolari dello sfondo, scrivere una canzone per ognuna delle brevi frasi e infine fare piani sequenza della fisionomia delle parole: per tutte le ‘n’ parole -diligentemente computate- che dice. Ripetere le ’n’ parole a cercare nei segreti legami il non detto del pensiero, Respirare addosso all’insenatura. Sfruttare il silenzio accogliente delle riprese e dimenticare. Stare accanto al focolare del discorso ed aspirare il fumo nucleare come gli eroi hanno respirato la morte atomica. L’interesse verrà suscitato da meno-ancora, da pochissimo, dalla compressione dell’etica quando si fa addosso alla linea del confine che non è che una linea di immor(t)alità.

Il tempo di un discorso ineccepibile è imposto. Necessita di  accordi con illusionisti, collaborazioni con i sapienti e prolungati e ripetuti pianti con l’ALTRO. E’ scoprire di illudersi se si pensa di possedere la dignità dei migranti e la nobiltà degli ultimi. Così bisognerà succhiare via sangue e veleno dal morso simmetrico della vipera. Bisognerà rispondere a due suoni : ‘tutti’ e ‘altro’ cioé identità e uguaglianza. Si oscura la ragione nel compiere il discorso dall’inizio. Si ricorre all’atteggiamento psicologico degli alchimisti. Lo scurirsi del cielo un opera al nero. Il nero la preparazione delle tele di Caravaggio. Il nero cattura la luce e si diventa pittori di costa in piena aria, e con lui, anzitempo, -in vantaggioso anticipo- ci si prende gioco del futuro.

Il pensiero diventa pittore di guitti di ultimi di lussuriosi di frutti fiori volti schiene, di peccatori scommettitori sommersi bari perdonati ultimi. Impara a morire -il pensiero inseguito ricercato interdetto accusato e deriso- su una spiaggia tirrenica alle porte del cuore. Si resta legati al furto della luce nel nero del sogno. Nel sogno le selve di spade per strade troppo strette feriscono non volendo e le macchie rosse qualificano il timbro della passeggiata mai innocua. Nel nero: allevare sviluppare nutrire il pensiero del coraggio necessario alla vicinanza di essere per sempre contemporanei a coloro che hanno traversato tutti i tempi. Risveglio: si resta sulla tela sotto gli occhi di dio, nelle SUE mani, di LEI !!!!

Confonderò la mia pedanteria con strategie alla crema. Sedurrò Turandot con tinte ad olio profumate di lino. Devo stordirla con la classicità. Devo farmi ospitare una notte nella tana del jazz tra un amplificatore a valvole e una pagina web fresca di pasta cerebrale appena spremuta. Dobbiamo progettare musica danza e parole solo perché siamo amici intimi ed e’ primavera e non vogliamo morire secondo la volontà e i modi di un dio selvaggio e stralunato.


la donna-caffè
lampedusa

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