Kintsugi
Poi non sono uscito.
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Andrò “più tardi”, come hai raccomandato.
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E, se davvero non sarà tardi per noi, beh capirai che questa volta si che danzeremo sfacciatamente sui simboli muti della punteggiatura, ignorando tutte le perplessità di tutto quanto ti ho scritto fin qua.
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Intanto, sul filo di una distanza variabile tra di noi, scrivo i paragrafi di un’operaprima degna di una vita -alla fine- ‘editabile’.
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In verità, a mattina inoltrata, mi pare di stare componendo l’opera minima indispensabile: cioè un lavoro ‘ultimo’.
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Carissimo amore devi sapere che dovrà essere una azione paziente e tu dovrai concedermi ancora una non trascurabile frazione dei tuoi momenti.
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Da adesso, per me, si tratterà di saldare il manufatto di tutta la vita – lungo le linee delle sue fratture – con l’oro del tempo che dopo di te non è andato più sprecato.
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Avendo vittoriosamente sconfitto il peggio che avrebbe anche potuto accadermi: non sapere di te.