il tuo torace magro

12 Giugno 2019 Lascia il tuo commento

Dal rimorchiatore dei racconti tiriamo in porto la mia vita dalla data in cui si preparava questo preciso giorno.

Traiamo la conclusione che c’è una forma del tempo. Perché si deve dire che oggi è un giorno esatto. Un grattacielo una cattedrale una città una casa un negozio di alimentari casher in questa annata anch’essa esatta ben composta coi mattoni dei nostri incontri sempre meno incidentali.

Non oso ancora affermare che certi amori fossero da subito intenzionati. Che dunque il caso c’entra poco con oggi. Con la costruzione che si intuisce sottende e sorregge gli angoli di ombra indispensabili agli incontri al riposo alle pause ai punti di sospensione.

Io sono una palizzata di legno. E la circostanza odierna è una serie di accordi ben architettata.

E ci muoviamo come note chiare di un contrappunto scandite con maestria sulla tastiera del centro cittadino. C’è la storia c’è la piazza. Al centro c’è il palmo della mia mano sul tuo torace magro.

Il torace che è la questione della nostra umanità che prese la forma ingegneristica di una costruzione insieme delicata e perfetta. Dove sta il pudore e l’offerta. Le parole e i colpi di tamburi.

Oggi è un tempo ben costruito e parla di un tipo di incoscienza che non ha a che fare con un livello inferiore di consapevolezza del presente ma si lega alla compresenza di un giorno lontano in cui c’era già oggi in forma di premonizione d’amore.

Progetto compiuto sull’area di quanto era impossibile definire prima di oggi. Tu ed io. Un varo senza ombre.


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