il fenomeno dandy tra eroi e sottoproletari
La luce si intriga nella chioma esterna ma poi, subito, s’intreccia ordinata e mentre va al centro tèsse rami e tronco degli ulivi nel campo.
Inorganico e organico tramano l’estrema macchinazione. Le chiome delle piante sono stelle. L’aria loro attorno è materia poetica.
L’oliveto è un astro autorevole al centro dell’universo. Incessante consuma e genera. Presiede alla cosmologia della clorofilla.
La complicità chimica tra le foglie e la luce ordisce esclusioni. La chimica diparte per due strade l’impero naturale.
Vita e masse di piombo. Fango nero ed uranio. Stessa cosa. La materia è natura senza retorica. Il sogno dell’aria sulle siepi è antico.
Come le nubi blu dal fango di pecblebda che madame Curie teneva sul comodino. Eroismo dandy di epoche passate.
Da questa citazione nasci tu. Io un dandy sottoproletario. Tu radiazione azzurra. Come un nome dal sogno.
C’erano il sole, gli olivi, il respiro mio e un improbabile sollevamento toracico dell’intera collina.
Io pensavo un pensiero.
Matematiche in rima.
L’Uno sopra lo Zero.
E prendevo ragazzi.
Li portavo da te.
C’era il dopo del prima.
“Che hai sognato?”
Chiedevo.
“Solo dolci naufragi”
Solo allora ho capito.
Il poeta e la siepe.
Soluzioni attuali
Delle umane intuizioni.
L’Uno sopra lo Zero
Sei tu sopra di me.
Quanto fa?
Fa infinito!
Ed è chiaro. Ed è vero.
Che un rapporto d’affetto
Imperfetto com’è
Nel durare per sempre
Fa un naufragio da re..