i bronzi di Riace: breve lettera a quelli che non vedono quanto ogni volta torna lavato e profumato
l’amore alla nascita mi aveva ucciso e resuscitato tragico e fiero e neonato mi aveva inghiottito e digerito poi alla pubertà mi cambiò abito e usanza e giovane m’ha concesso scialo e consumazione poi adulto m’ha fatto muscoli rosso porpora e scheletro di conchiglie bianche e per farmi maturo mi ha dato mani per dissotterrare salute e memoria
poteva essere finita ma sei venuta – con l’amore costituito di solo amore con questo tuo affermare insistente che altro sarebbe impossibile – a portare l’amore alla frontiera della pazienza
ogni giorno modesti bocconi di questo amore li do in pasto alla ferocia delle ninfe di spiaggia accecate dalla gioia prepotente di vedermi costretto a questa umiliante offerta
e non vedono nella tua mano il fazzoletto – lavato e profumato – con il quale consoli la statua di bronzo che in anticipo piange il ricordo di noi