fatale disimmaginare di Narciso

27 Novembre 2018 Lascia il tuo commento

L’intimità fisica può generare benevolenza. L’amore impensabile. La plausibilità dei paradossi. 

Un approccio di passione noi sopraffatti e sornioni. Sfamati e famelici. 

L’intimità fisica genera una torta di sfoglie dolci. Stati coesistenti  di benevolenza e passione. 

Accanto a te si torce l’asse longitudinale del nastro di Möbius. 

I gesti delle mani realizzano l’invenzione. Il pensiero genera le contraddizioni. 

L’incontraddetto, l’uomo permaloso e rigido, domina fuori. Buffo. 

Al centro di un presepe di cartapesta. Stelle di vernice. Non riceve i sussulti dell’universo. 

Narciso precipita nell’irrealtà del nulla oltre la superficie dello stagno.

Non riconosce sé nel volto riflesso. Il suo non è un problema di figura. È che non immagina ciò che non vede.

Fa la figura. Non fa l’immagine. Pieno solo di figure il mondo è irreale. Non risolve.

Narciso non è morto. È rimasto pazzo. Sospira ancora minaccioso. Povero fiore non buono.

Si è scoperto. Il vuoto non è ‘nulla’. Il nulla non è vuoto. Sono esistenza di stati fisici. 

La mente di Narciso ha qualcosa che l’universo non ha. Ha un disimmaginare pensando. Ha il nullificare. 

Un evento singolare che dobbiamo intercettare. Il problema del pensiero e il suo orizzonte. 

Insuperabile. Genera gli altri se una umiltà sfrontata ce li lascia inventare prossimi e differenti. 

L’umiltà arrogante. L’evangelismo conformista. Questi due, al contrario, inventano costantemente l’inferno. 

Testamento: chi non è come me… non è! Questo il banditore al confine. Lascito del terrore. 

Il nulla attrae alcuni più dell’altro nella sua molteplice possibilità d’essere. Restano incontraddetti.

Gli altri. Sanno. Gemono. Non vorrebbero aver scoperto. Restano. Restano sempre. Agitati.

In aria polveri. Si compongono in stormi. Segni di segni.

L’oggetto desiderabile è, a sua volta, in relazioni molteplici. 


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ontologia dell’elusione
cosmogonia minima

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