“Dormiamo!”
“Il più non ha figura” hai detto mentre mi abbracciavi e il tempo s’è ripiegato su se stesso come fa il mantice di un organo e arrivava fino a me l’aria bianca dei tuoi pensieri.
Era prima di ieri che poi sei partita.
Ricordavo le tue parole sotto gli archi della cattedrale che sono venuto a visitare.
Questo succede perché quando tu sei lontana la mia passione assume toni medievali e architetture di gotica austerità e io stesso non sono che un balcone di pietra sospeso sul margine di un bosco buio come l’inchiostro con cui tento infantilmente di scrivere giuramenti e promesse di futuro.
E comunque resta vero che ora come ora i tuoi e i miei giorni sono due file di colonne d’un contrappunto architettonico che si incunea in aria col vertice degli archi a sesto acuto.
Gli archi gotici di una cattedrale sono precisamente quello che voglio guardare quando sei lontana.
Sicché quando sei tornata ti ho detto “La passione si tira dietro pietre e cori.”
“Dormiamo.” mi hai sussurrato sorridendo e ho concluso che il tempo senza te è comunque sprecato e effimera la poesia al confronto.
“Perdono!”