divagazioni sul ‘per sempre’ in amore
la dichiarazione ti amo implica la pretesa che si sia realizzata la certezza scientifica del metodo di attribuzione di verità alle forme verbali di espressione del pensiero
per tale difficoltà l’umanità si impegna -dall’inizio – nell’esperimento ripetuto di relazioni, massimamente intime, nelle quali la corrispondenza tra sentimento e linguaggio si possa verificare nei suoi differenti gradi di successo
muoio per te
ti dicevo intendendo per morte il dolore
ma l’amore -che non sa adagiarsi sulle varie forme di morte che vorrebbe comporlo in una sintesi retorica- cerca ancora la propria morfologia e le leggi naturali cui obbedisce che gli consentano, una volta per tutte, di realizzare l’esatta concordanza tra dichiarazioni e pensieri
ma ogni scoperta in materia fatta fin qui si è rivelata solo uno tra tanti differenti prodromi di un discorso che si svolge ininterrottamente tra due indefiniti estremi di spazio e tempo
amare resta un metodo non una scienza
e di conseguenza (o per meglio dire contemporaneamente) l’amore resta l’allusione ad uno stato di perfezione della traduzione degli affetti in parole che non si è mai saputo rubare alle divinità
(delle quali peraltro noi stessi popolammo il cielo: credo perché restassero a guardia del futuro*)
(*) comunque, da quella creazione di possibili esseri perfetti, ti amo si arricchì del suo per sempre