Dannazione 

12 Febbraio 2012 Lascia il tuo commento

 

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Riflessioni numerose. una: i cattivi non sono cattivi. un’altra: non vivrei senza di te. una terza: un segnale musicale illumina la pista di atterraggio in mezzo ai ghiacci. poi. l’immaginazione è creatività. la conoscenza è un processo. il sapere non ha in sé strumenti per la propria crescita. una cattivissima te mi porterà via da qui. o nient’altro. o nessuna.
resto lungo la linea perché il sapere ci arresterebbe sulla soglia della decenza. noi la soglia la percorriamo. non si vuole andare costantemente oltre. non risalire fiumi e conquistare regioni. la soluzione potrebbe non essere estensione o area o territorio facili da rappresentare. un punto semmai. nell’iride la luce rotea prima di sprofondare nel buio attraverso un apice centrale.
la seduzione è una violenza e per questo molti considerano la violenza seducente. ma la frontiera non consente seduzioni di appartenenza. la terra di nessuno è una frontiera e ogni solitudine pare tollerabile. il pensiero soggettivo isolato è un vortice che porta a sé garantendo il processo di conoscenza. distrattamente si colgono saluti che traversano la montagna e lungo il fiume si leggono gli indirizzi che sbiadiscono sulle buste chiare della corrispondenza romantica. quelle transazioni affettive sono il presente.

quando arrivasti precipitai sulla cresta montuosa delle comprensioni possibili. il mondo a prevalenza di dentro. il giudizio è difficoltoso. meglio il movimento o l’immobilità quieta e la costruzione di colonne sonore. la coscienza è obbligatoria a preparare caffè e cereali e a fare il rifiuto necessario. e organizzare la festa di compleanno. il non cosciente sono le fiammelle sulle candele della torta. i riflessi negli occhi splendenti. quando nell’iride la luce rotea prima di sprofondare nel buio attraverso un punto. il pensiero cosciente e non cosciente volteggiano continuamente abbracciati.

non è possibile coglierne attimo per attimo i tratti distintivi. per ragioni di salute mentale. e di continuità dell’esperienza soggettiva della realtà. la coscienza ci fa dire “siamo coscienza e movimento, sogno e passione”. e il sogno e la passione in piena determinazione obbligano la coscienza a vincere sulla neutralità. però passione sogno e non cosciente pensiero non sanno oscurare la necessità che debba essere il pensiero cosciente a cercare e trovare l’ombra la spiaggia e il cuscino per il sogno dell’amore e della soddisfazione del desiderio. e il sangue per la trasfusione.

il pensiero non cosciente obbliga la coscienza a scrivere i canti delle esclusioni e a preferire le cronache delle ingiustizie. allora storici poeti e psicologi scrivono cantano e declamano le sviste fatali e i tradimenti. le dimenticanze. le interpretazioni dei sogni. la conduzione delle rivoluzioni. la coscienza deve solo occuparsi che il software sia funzionante. che il correttore sottolinei in rosso i refusi. è affascinante cogliere che tutte e due insieme fanno la passione e la precisione. il fuoco nell’ampio camino.

Ai giovani amanti appassionati all’idea della vita senza fine la coscienza suggerisce di sostituire la ricerca costante in medicina. la coscienza regala i sorrisi quando ci si rende conto chiaramente che la promessa di felicità eterna non è prevalenza di irrazionale liberatorio: è irrealtà. il pensiero non cosciente indispensabile non è prevalente per superiore legittimità. qui alla frontiera si vede bene che la coscienza balla alternando i passi attentamente sulla linea del confine. è il confine il disegno liberatorio tracciato continuamente dalla vita mentale dei fondamenti.
il pensiero non cosciente non è la libertà assoluta o mitologica. è un’offerta di scelte non più settarie. impedisce l’ironia a proposito dell’ingiustizia inevitabile e consente una infantile continuità nel lavoro di conoscenza. quanto di specifico umano ci sia in questa biologia della mano che traccia queste parole sul foglio elettronico…. a partire da una attività psicologica di ideazione che non si riesce a rintracciare fino alla sua decisione originaria…. beh: sarà l’uso del tempo che lo definirà.

certo non so dire quando esattamente ho deciso. le particelle che compongono la forma della decisione. e i criteri di scelta dei termini. ma proprio in quel vortice incerto si qualifica l’identità soggettiva. pensiero non cosciente e coscienza si alternano girando. non è possibile avere continuamente punto per punto la fisionomia delle due condizioni. la coscienza soggettiva imperante e salutare sta proprio nella modestia di accettare quella incertezza come tratto specie-specifico di umanità. per una miopia della coscienza noi siamo costretti ad essere ogni volta. la coscienza non ha mai il per sempre una volta per tutte.

mentre noi, mia adorata….

 


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Una mano come la penna bianca della automa sul foglio bianco

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