calendario dell’assenza
Se dico le volte che mi sei venuta in mente durante questa assenza ho istanti disseminati.
Casualità disordinata e imprevista della costellazione che ha il tuo nome.
Il blu notte -che tende, senza raggiungerlo, al buio- è l’uniforme imperturbabilità delle successioni lineari.
Io, te, ti ho moltiplicata in segni di smalto lucido sul quadro cubista che è il calendario.
Che per sempre mostra simultaneamente le 365 facce dell’anno solare per tutti gli anni che vuoi.
Il mio pensiero -che ha continuato instancabile sostenendosi sullo spazio vuoto che hai lasciato- non ha figure.
È un disegno per punti irragionevoli legati dal mio amore recidivo. Non può essere altrimenti il pensiero: punti, esistenze inestese.
Il mio pensiero di te ti tiene al mondo in tua assenza. Da qua, lontano, l’assenza di te diventa traccia di scrittura.
L’inchiostro sulla carta, che ha il colore della tua ombra sull’erba, dovrà durare fino al giorno che torni.