burrasca di chimere
foto
”abbraccio vegetale”
(collezione privata)
Con il dorso della mano sinistra, servendomi anche della manica della giacca blu, ho asciugato le poche grosse gocce rimaste sul tavolino dalla annaffiatura che la fulminea pioggia di burrasca ha realizzato sulla mia testa. Come niente fosse stato il pensiero realizza la propria gloria.
Inerme, per un verso, perché è cambiato tutto e non si sa che forma sta assumendo e dovrebbe arrestarsi a riflettere, quel pensare. Onnipotente, per un verso differente, perché invece la forza ideativa trascura certe frivole evidenze degli occhi.
E dunque: via! E, con un gesto acquisito chissà dove, tutto quello che intralcia l’ideazione del nuovo viene annientato a sua volta. Preventivamente.
È perché il blu marino della giacca tinta di pioggia, ha assunto un tono di passione e dagli occhi, risalendo alla mente per le vie nervose della sensazione, ha arrestato il giro spietato della ruota del pessimismo e la fantasia si è compiuta.
E si generano figure di chimera. Uomo e donna capaci a farsi bene. Amanti in cielo la metà esatta dei viventi. Una cifra tonda di coppie ben assortite. E pioverà ancora: prima o dopo.
E l’acqua di chimera laverà i nostri vestiti invecchiati di sonno e disattenzioni.
Intanto torno a studiare col mio poco esauriente impegno. Parole. Sogno. Letterature.
Fancy, fantasia.
‘you would fancy…’
=
‘potresti immaginare…’