un dente nuovo
Quale ultima composizione genererà il tuo e il mio esaurimento? Quale tipo di luce? Quale amica implorerà ancora la guerra che attraversa il campo e lascia completa libertà?
I figli tutti vivi. Le notti rosse della tua telefonata, che arrivi o non arrivi, quando si ha una in mente è cosi.
La mente sono i giorni che quella parla e passeggia piano. Gli altri sono i compiti da portare a scuola. Corrono. E si ride tirando via i significati. Ma non si poteva eludere un senso.
I passi sul tappeto di foglie di rame che sarebbero cadute prima delle vacanze, e la mente si pienava. Un dente nuovo.
Tu – ti dissi – sei una divinità d’avorio. Nata sulla gengiva gonfia. A fermare pensieri ripetitivi. La rivoluzione matematica. E io che credevo di non esserci nato, per i numeri. Di non (saper) contare.