questa vita per come è andata: che è andata appresso a te!
quando nasci appresso a un rivolgimento grande della storia, appresso dico non a causa, in quel caso, vuoi o non vuoi, sei sempre a interrogarti se “forse sarebbe bastato un momento di anticipo e… chissà?”
quando sei comparsa, e io venuto al mondo anche, anche quella volta di fronte al momento decisivo intendo, mi sono trovato sull’angolo della stessa ignoranza sul destino in un ombra di dubbio a fare il conto degli anni somma e sottrazione i tuoi e i miei prima e dopo
mi interrogavo: “durerà?”
oggi molto è successo, abbastanza da tenermi buono senza trepidazioni, tanto da consentirmi di comprare una poltroncina comoda caratterizzata da una seduta appena appena un poco bassa rispetto al consueto standard con due braccioli di legno morbido più larghi di quelli d’ogni altra del negozio cui si accede dal portone accanto a quello mio
mio per capirci è l’ingresso della casa dove ho deciso di stare
e dunque per la prossimità tra venditore e acquirente l’ho portato da solo su da me l’acquisto ghiotto
e passata la soglia, in quel preciso momento, l’istante antico della vita nel quale ti conobbi si è materializzato invisibile nella poltrona secondo una vicenda finalmente obbediente alla mia volontà di farlo durare quell’istante – come si usa dire quando ci si riferisce a tutto il tempo che sarà dopo di noi- per sempre
da allora ogni tanto dalla stanza dei colloqui mi sposto in questa da dove scrivo, adiacente dispensa di libri e di caffè
la coscienza delegata alla poltrona, la mente senza un corpo in azione da vigilare è incosciente e noi pure adiacenti come le due stanze di questa ultima casa
sto addosso a te pigra massa muscolare fatta di feltri cotone e legno e buccia di ciliege
ho di fronte due altoparlanti perché il nostro è un sentimento come dire… stereofonico
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nacqui appresso a te (appresso dico non a causa) e rimasi a interrogarmi se avrei potuto fare qualcosa, nella vita che era andata fin là, per anticiparlo quel momento in modo da godere più a lungo la tua conoscenza “chissà come sarebbe stato?”
“lascia stare!”
per come stanno oggi le cose, questa vita per come è andata -che è andata appresso a te- è l’eco di un’innesco di cui io sono il dopo
e il futuro mi torna indietro con la musica che rimbalza sul muro
l’amore disegna il tempo in modo illogico e “va a finire” mi dico “che domani è già scritto e uno alla fine è già da subito e per sempre solo il riflesso di quello che dell’altra non potrà sapere…”