quasi più mondo
domenica 13 marzo 2011
quasi più mondo
Non è quasi più mondo né quasi più tempo qui. Semplicemente qui è quasi il non essere. E’ un orrore qui. Un orrore politico. Un orrore estetico. Un orrore linguistico. Un orribile generica approssimazione. E tutti credono di nominare tutti questi tipi diversi di orrore con distacco.
Le rose puntute, i fragili sogni in pasta vegetale, la tua pelle -che potevo ferire- come possono essere dette, qui? Da questa indescrivibile abissale distanza ti parlo. Ma, certo, anche da una inquietante prossimità all’oggetto della mia preoccupazione.
Qui si dice l’orrore con toni casti e spudorati. In notti delicate – nelle loro manifestazioni di temperatura e colore – certe denuncie risultano contraddittorie. Si rischia di legarsi irreparabilmente all’oggetto odiato, se non si riesce a isolarne la caratteristica nella mente.