parlare essere morire e guarire nel dire il tuo nome
parlandoti del mio modo di pensare faccio immagini con le figure
distruggo le figure gli strappo la corrispondenza con le cose cui alludono per esprimere il pensiero dire la cosa che ho in mente
ogni parola non significa più quello che voleva dire prima
nessuna parola mantiene legami con gli oggetti del mondo esterno cui si riferiva
è strano come sia facile dimenticare il precedente uso di ciascuna quando tutte insieme compongono una struttura nuova di suoni che secondo esatte giunzioni fanno ridere e piangere
lo stesso processo irresistibile e irrefrenabile si determina quando smetti di rivolgerti a me e pronunciare il tuo nome non serve più a generare l’immagine di te
la malattia del pensiero prende forma di raucedine e abbassamento di voce fino al mutismo dell’eco nel vuoto
e via via ripetendo senza fine il tuo nome senza immagine di te io non suono e non sono