museo/fabbrica
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”al cuore della casa”
(See You Around)
Cosa è che cresce (amore mio)? Il chiaro o il resto o tutto l’amore non più trattenuto in parentesi?
Se volessi completamente circoscriverti in un abbraccio dovrei trovare le parole che testimoniano quello che via via accade nel pronunciarle.
Ma le parole sono ulteriori attributi dell’accadere che ne modulano la potenza semantica come varia l’estensione del mio sentimento per te e la superficie globale delle sue pertinenze e dei miei possedimenti.
Non ti possiedo mai e so soltanto misurare una coraggiosa modestia quando scopro evidenti segni che, scrivendoti, tacerò e cullerò sospiroso come una rosa (nel garbuglio del giardino dov’è tuttora inselvatichito e non ancora riformato per le passeggiate) quello che sapevo in origine che l’atto della scrittura mi rende cambiato consolandomi d’una ingenua superbia lungo un’infanzia non più eludibile.
Scrivere è un’operazione a cuore aperto cioè l’installazione permanente d’un museo/fabbrica di arterie e dita leste di fili di sutura e amabili abilità di resezione che trasformano i tagli di un dire all’ingrosso nella multipla fioritura di giunzioni vivificanti di irrorazioni segrete di tutto un generare nuove vie per l’invisibile respirare dei torrenti arteriosi del ‘discorso’.
Scrivere è (in) noi.
2 commenti
Brindo a te, a questa conta alla rovescia, a Noi, con la luce fresca dei cieli d’Irlanda.
Di quei mesi e mesi stesi al sole ad asciugare si sono fatte lenzuola bianche di anni che, tra girasoli infuocati, cantano
ho contato i tuoi pezzi qui sul blog, dal 2010 a oggi
ne mancano 5 a 3000
Ma forse lo sai già…
Scrivere è (in) noi!