l’amore non sa leggere
La vita è una piantagione di mais con quel rigoglio di giavellotti vegetali luccicanti sporgenti verso il cielo.
È fatta di ragionamenti quotidiani che salgono su: che è un po’ la nostra natura.
Siamo espressione d’una genetica ascensionale che vegeta esplosiva non appena la santità di una simpatia amorosa ci piove addosso il giorno che noi, distratti, siamo usciti senza alcuna precauzione.
Raggiunta oggi così, la vita, risulta affidata ad una passione che è cresciuta in mente sconclusionata nei contenuti, ma seguendo rigorosamente le curve della geometria del sentimento.
Si gode, nel granturco, tra le braccia di amori ottusi che sconfinano ‘aperti’ oltre la rettitudine,
Nell’umidore d’un verde carico venne dunque l’amore di quella che non sospettava la mia solitudine e sorrise arrivando e di più volando via, dopo, priva del minimo senso del dramma che me, invece, mi esaltava.
A spargere balsami ogni volta morbida e muta pensai ad un‘idiota’ per la inconsapevolezza con cui godeva il massimo bene della nostra reciproca allegria.
Saluti fughe svolte eleganti e strappi misurati, sempre ha saputo esercitarmi a esperire la vita in tutte le forme di appropriate pratiche di soddisfacimento.
Ancora ride. Tutte le volte che mi saluta vedendomi arrivare: la mia docilità e il mio silenzio le sono sempre apparsi gli esiti sublimi della dedizione assoluta alla sua rigorosa morale erotica.
Si prende carico delle mie tre nature, minerale vegetale e animale, amando i miei pensieri le mie ossa e i miei capelli nello stesso modo senza operare diseguaglianze di privilegio quando si tratta di distribuire attenzioni.
Ogni parte di me è, ai suoi occhi, una reliquia di una intera vita oramai passata, certi brevi racconti le appaiono estrazioni minerarie, le (solo mie) lacrime di commozione rispettabili al pari del ritrovamento di tutto quello che ..
”potrebbe essere!
potremmo anche farlo non ti pare?
perché no?”
Ride a tutto quello che ci avanza: e ride in faccia al tempo che ci rimane che imperturbabile ci si fa incontro.
“Non tremare, tu sei solo un sasso, non morirai mai, sei uno stecco, uno stelo di carbone, l’antica cartolina della Veduta sul Bosforo e sei, infine, il mio prezioso filo di ferro cento volte ritorto.”
Da subito, per riconoscenza, è un filo ritorto di pensieri che le rivolgo scrivendo qua.
Ma tutto quello che ho scritto lei non l’hai mai letto.
“Tu scrivi le istruzioni su come vuoi che io continui ad essere e su come desideri che vadano avanti le cose. Ma devi essere tu a sapere cosa fare con la tua vita per tenere al sicuro l’amore. L’amore, oltretutto, non sa leggere….”
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