l’A.I. e il voler ancora sapere di noi

23 Settembre 2024 Lascia il tuo commento

certe cose ci hanno superato già e noi continueremo in ogni caso a vivere

 

se gli scienziati di I.A. avessero messo i dati della nostra vita nella macchina avrebbero facilmente potuto sapere in anticipo di noi come siamo adesso addirittura anni prima della nostra prima volta

 

ma questo è quello che in questo ‘dopo’ noi supponiamo e che non cambia niente dei noi attuali

 

perché non c’è ancora una IA che decida su quali vite conviene indagare per prevederne la sorte

 

non c’è una macchina che stabilisca quale è la cosa che converrebbe fare tra tante cose del tutto non necessarie

 

solo gli esseri umani prendono iniziative che, per quanto ne sanno, sono gratuite

 

è questa innocenza di pensare alla gratuità diffusa come violette tra i fusti vegetali di granturco e girasoli che ci fa

 

noi oggi dunque consistiamo dell’intonaco bruno torrido del parapetto e del quadrilatero di mare traslucido sotto di noi che riflette con assoluta neutralità cromatica la sfera del cielo infradiciata da densi vapori di inqualificabile azzurro dove ci specchiamo alzando lo sguardo

 

l’estrema conclusione è che, se il soggetto del pensiero vuol mantenersi non confuso, lo spazio il tempo e la coscienza devono disporsi verticalmente e non distendersi all’infinito

 

l’infinito potenziale è l’unico col quale possiamo pensare di poter avere a che fare con qualche esito non assurdo

 

è così che diciamo ‘dopo’

 

il dopo è il purgatorio del tempo a cui rimettiamo i nostri debiti cioè le cose che erano improrogabili

 

e pronunciamo ‘dopo’ come l’avverbio alludesse ad un periodo la cui struttura cronologica fosse tale da andare a sbattere sul proprio soffice insuperabile limite entro il quale dunque il tempo avrebbe pietà di sé raccogliendovisi.. 

 

sappiamo continuamente, al contrario, che non ci sarà mai una risultante definitiva

 

ne deriva che l’estensione lineare non fa per noi e tutto è un’area che può essere tenuta insieme a tutto il resto che i suoi confini evocano

 

cioè l’estensione temporale del pensare crea condizioni di ulteriore estensione senza mai più esclusioni

 

e questa azione mentale del pensare resta, per adesso, alienata dalle funzioni della macchina della AI

 

che procede attraverso l’esecuzione di confronti inesauribili per compiere, in-fine, esausta, una selezione non si sa quanto esaustiva tra le numerose, ma numerabili, successive supposizioni che la macchina si è fornita secondo algoritmi arbitrari

 

io, a questo punto avanzato della mia vita, invece,  al posto di restringere consolatoriamente le ipotesi d’amore per farle configgere come la punta della feccia di eros nel tuo cuore acuminato, dichiaro di aver imparato ad amarti solo sistemando te nel campo di papaveri rossi dove germinano tutti gli altri precedenti ed attuali possibili amori e tutte le gioie che possono ancora farci arrossire

 

amo in te l’indistinguibile da te che suggerisci che somiglia a quanto mi hai dato e però consiste tuttora in quello che non mi darai mai per mancanza di tempo e limitazione di spazio

 

ti amo perché tu sei tutte le donne che la macchina non ha avuto l’intelligenza di provarmi accanto nelle simulazioni degli amori plausibili

 

con ciascuna di loro avrei creato un mondo differente dall’attuale ma ugualmente ricco di gioie che ora sono ipotesi che agiscono con la potenza del non accaduto che il pensiero tuttavia contempla

 

e il panorama di questa contemplazione mi si para davanti con la luminosa evidenza di gioie innegabili probabili seppure non so se ancora esigibili

 

la forza dell’amore per te e di te è stata, in me, quella di precludermi ogni altro amore che so che resta legittimo tutto il tempo

 

ma l’intelligenza artificiale – che hanno creato per regalarci l’estrema prevedibilità e sedare ogni nostra pretesa sul tempo che viene- non mi convince che avrebbe saputo offrirmi un futuro più luminoso di questo presente e una precedente migliore qualità di scelta

 

l’AI non sa illudermi che possa regalare mai ad alcuno la certezza di una abbondanza bastevole

 

io imprevedibilmente voglio ancora sapere di noi


la chiarezza non chiede alcuna religione
profeta mio malgrado

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