il gioco del coraggio
ora che qualche piovasco rompe l’arco della giornata penso alle interruzioni a come le cose durano e come sembrano finire per riprendere subito dopo come quando dici
“non ti voglio mai più vedere”
e poi, invece…
questo mi viene chiaro ora che qualche piovasco rompe l’arco della giornata
e intanto che il cielo torna pulito il sogno assume la forma d’una piazza sproporzionatamente grande prospicente il portico di una opulenta cittadina padana che devo aver tratto via dalla memoria di afosi erotismi di viaggio di tanti anni fa
sotto il portico mi dico che l’amore non finisce mai si interrompe (quello si..!) ma resta sospeso senza finire davvero
c’è per tanti giorni inalterato caloroso piombo fuso addirittura argento lucidato o pietra nera poi non c’è più per niente per un giorno o una settimana che devi lavorare e non ci vediamo
ma appena torni l’amore anche torna te lo trovi accanto di nuovo vivo come niente fosse successo
non so perché nessuno lo vuole ammettere il fatto che quando lei non c’è l’amore non c’è
al suo posto ci sono la nostalgia la tristezza la rabbia la mancanza le rivendicazioni dolci e amare c’è la solitudine i maipiù i persempre le frasi definitive il sentimento di eternità e di disfatta
ci sono anche le illusioni di conoscere il male e il bene assoluti che poi si svelano pure dichiarazioni di intenti non appena lei torna che non è cambiato niente
in quel punto di risorgenza si vede bene che l’amore fa quel che vuole che è una funzione innescata da una precisa persona e che si è soggetti comunque sempre alla speranza di quella fatalità biochimica di quel pensare ossessivo di quella insospettabile nostra dedizione
l’amore c’è sempre, specialmente quando, senza capire perché, ci capita di reagire alla quotidianità con una certa grossolana trascuratezza di tutto quanto non sia lei o, in assenza di una lei, di quanto non siamo noi
amore ce n’è di più quando non c’è
è nell’aria che manca nella fame di pane
nella disperazione di certi giorni (povero chi non li conosce) nei quali una inattesa incomprensibile e incontrollabile perdita di gentilezza ci prende e ci porta con sé lontano da tutti
quei giorni si scopre come sia che l’amore si tiene su un’assetto funzionale niente affatto delicato
che l’amore, specie l’amore romantico (che è l’amore che non s’è trovato ancora) si basa sull’imposizione di una disciplina militaresca e si nutre di una liturgica osservanza di regole prestabilite e recita puntiglioso gli articoli di una carta costituzionale specialmente dedicatagli
insomma oggi che un’ora di pioggia ha interrotto le torride insistenti fiamme estive, fuochi di passioni, presunte o pretese, vedo bene come in caso di infrazione l’amore va tutto ad ammassarsi addosso a ieri
noi giù a lacrimare e bestemmiare in un angolo di chiesa o di cimitero
è evidente che se fosse amore sapremmo arrestarci e lasciar salire alla mente che niente è finito che non finisce mai la funzione amorosa anche quando resta dispersa nei mormorii sinaptici inondati dalle molecole dei mediatori quando non riescono ancora a diventare pensieri di figure
quella modalità funzionale corrisponde all’amore che muove davvero il sole e il cielo intero senza interruzione
e sebbene venga lietamente suggerito da quella monumentale allusione poetica, nel nostro caso è vitalità
cioè massiva azione biochimica del pensiero pre-figurativo: insomma solo scarti termici e auspici molecolari
è la coscienza a confonderci come se quanto lo sviluppo ha relegata ultima volesse tardivamente primeggiare per via di chiarimenti: una serie di eventi istantanei tenuti in successione da fragilissimi elementi causali
il pensiero che serve è l’antico, che non si avverte perché non sa specchiarsi, ma ritraccia continuamente i profili dei volti di tutti quelli che la coscienza aveva dovuto trascurare appena andavano via
il pensiero antico sa amare ogni volta di nuovo mediante l’inganno della somiglianza
felice del ritorno di lei perché sa sostenere gli strappi di ogni separazione necessaria, afferma di riconoscerla più bella di prima, di averla sognata che solo pareva un’altra, col nome cambiato, ma senza dubbio lei
“…eri tu… eri tu…” sussurra confortandola e il tradimento è la regola al gioco del coraggio cosa che non gli pesa non gli fa gelosia
stringendola a sé appena arrivata, il viso di lei nascosto sulla sua spalla, è di tutte le donne che lui vuole pensare di poter amare ancora
e la stringe di più
e chissà lei che pensa, lei che se n’era andata…
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