i morti sono bambini appena nati
Sto con i corpi dei morti. Con quei corpi perplessi accartocciati. Perché vedo bene che la morte agli estremi, a questo margine di un abisso cui siamo, la morte soltanto impone come la nascita uguali ed improvvisi stupore e mutismo. I corpi dei morti sono uguali a quelli dei neonati. Perplessi. Attoniti. Sono istantanee sculture delle infinite posizioni di un sussulto che mi sembra uguale in chi arriva per restare e in chi va via per sempre. Sono corpi che non ebbero mai e non hanno più la decisione né di uccidere né di fuggire. E stanno facendo il gioco di prestigio infantile di inventare un mondo dove non ci sono né il freddo né il chiasso che ci sono. All’inizio sono vitalità e fantasia. Nei corpi dei morti solo avvertimento che poteva non andare come è andata.
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