bartali
Tutti gli anni che ho studiato ho fatto la ricerca su quello che non si poteva studiare perché non c’era: deve essere questo che il refrigerio del primo sorso d’acqua propone: cose impossibili da sostenere. Il pensiero – non proprio del tutto cosciente – si realizza insieme alla percezione complessa come si attua alla fine delle vie dei sensi profondi che arrivano dai fasci muscolari, sfruttati nella corsa, che si fonde all’altra sensazione dell’acqua nella gola, insieme al sapere che si avrà da bere quanto si vuole un sorso un altro sorso lentamente, insieme allo stare progressivamente sempre meglio creando con il braccio che sostiene il bicchiere il piacere della soddisfazione del bisogno di reintegrare i liquidi perduti sulla strada. La storia che avevo studiata era in fondo la storia di una narrazione delle cose accadute secondo la visione di chi aveva il potere della narrazione: non che avessi tutta questa ansia di verità. Era la storie della visione della storia nella mente di coloro che scrivevano degli anni e degli avvenimenti. La sete che se ne va racconta a sua volta che la verità cambia secondo i livelli di nozioni che si hanno a proposito della realtà. Con ‘bartali’ prendo poco sul serio tutto quello che è serio e vorrebbe aggredire la nostra capacità di vivere: oggi dolorante per la gioia della bicicletta pensavo cosa si può affermare per opporsi alla pedanteria, e mi sono scagliato tutto sudato contro il rinascimento, neanche degnato della lettera maiuscola….(qui)