amori autistici e non
Mi ero sottratto alle mie precedenti abitudini dopo te. Non che servisse a nulla. Non avevo saputo fare altro. Fu più che altro un prendere atto della tua esistenza. Presi ad amarti, credo. Ma senza approfondire se anche tu mi amassi.
A quel tempi risultai incomprensibile alla maggior parte dei miei conoscenti per le mie non più ordinarie giornate.
Il cambiamento era reale. Però riguardava solo me. Dicevo, di quei modi: ‘è vero amore’. Però capisco adesso che erano parole di ‘protesta’ per il pensiero che, l’amore di cui parlavo, era una verità illusoria ottenuta al prezzo di un ‘ritiro’ dal mondo e della rinuncia ad una tua eventuale conferma.
Era un amore ‘autistico’ che, su e giù per i giorni, si sorreggeva al corrimano di una assoluta solitudine.
Sono passati diversi anni e adesso mi sono un po’ avvicinato a te. Forse anche tu hai iniziato a farti le mie stesse domande, se cioè potresti cambiare, ora che sempre più spesso mi lasci stare accanto.
Non so come andrà.
Ma ho capito che la realtà sono cose e persone. La verità riguarda esclusivamente l’accordo di relazione di ciascuno di noi con quelle cose e quelle persone.